Il PNRR del San Benedetto: didattica inclusiva integrata alla tecnologia.

Piano Scuola 4.0: le scelte del San Benedetto -a.s. 22/23-

La nostra scuola ha da subito avuto le intenzioni chiare riguardo ai fondi stanziati per il Piano Scuola 4.0: il focus degli acquisti doveva essere la didattica attiva e inclusiva.

Il Team digitale e l’Animatrice digitale, dopo aver ricevuto l'incarico e aver studiato materiali e documenti, hanno condiviso con la Dirigenza la necessità di estendere a tutto il personale scolastico le riflessioni maturate in merito alle scelte didattiche e all’uso dei fondi. E’ stato così costituito un gruppo di lavoro composto dai referenti di tutti gli ordini, gradi e indirizzi della scuola: primaria, secondaria di primo grado, docenti di tutti gli indirizzi delle scuole superiori ed educatori. Dopo diversi incontri il lavoro di gruppo ha prodotto il Piano didattico dell’Innovazione che il Collegio ha approvato con la maggioranza dei voti.

Le progettazioni -Next Generation Classroom e Next Generation Labs- 

Una volta determinate le linee didattiche, la scuola ha predisposto, come da legislazione, un gruppo di progettazione che coinvolgesse rappresentanti dei diversi ordini e delle funzioni di sistema (inclusione, orientamento, PCTO, Invalsi, digitale, ecc). 

Le indicazioni ministeriali davano precise istruzioni operative, stabilendo nel dettaglio le quote di fondi destinabili ai diversi acquisti. Questo ha inizialmente un po’ deluso le aspettative: il peso maggiore e vincolante era dato all’acquisizione di strumentazioni tecnologiche e di software. 

E la didattica?

Il gruppo ha a lungo riflettuto da un lato sul desiderio di supportare e sviluppare un piano didattico dell’Innovazione e dall’altro sulla necessità di tenere in considerazione l’oggettiva esigenza di completare la dotazione di strumentazioni tecnologiche. 

Come trovare il giusto equilibrio tra didattica attiva, inclusione e digitale integrato (a supporto di entrambe)? 

Diversi docenti del gruppo di progettazione hanno approfondito la questione partecipando a proposte informative e formative e, una volta condivise con la Dirigenza e con lo Staff di Presidenza, non ci sono stati più dubbi: la nostra “guida” didattica sarebbe stata Future Education Modena.

Il progetto

Future Education Modena è il primo EdTech hub in Italia. Ha iniziato le sue attività il 19 marzo 2019 – è un progetto creato e gestito da Wonderful Education in collaborazione con PTSClas e Social Fare, finanziato dalla Fondazione di Modena e parte di Ago – Modena Fabbriche Culturali.

Cosa fa FEM?

Future Education Modena vuole aumentare il potenziale dell’educazione in società, migliorando la qualità e l’impatto delle esperienze educative attraverso attività di ricerca, design e accelerazione. Posizionandosi come principale referente nazionale nel rapporto tra tecnologie e innovazione educativa, Future Education Modena mette a fattore i migliori risultati della ricerca in campo educativo con le più avanzate tecnologie.

A chi di rivolge? FEM è un luogo accogliente e aperto alla cittadinanza, caratterizzato da spazi altamente innovativi, che ospiteranno un ricco calendario di attività formative, sociali e divulgative – circa 1500 nel triennio tra lezioni, laboratori, esperimenti, eventi, corsi professionali – rivolti alla società intera: bambini, studenti, mondo della scuola, giovani e adulti interessati a sviluppare ed accelerare le proprie competenze per il futuro.
L’obiettivo

Ricerca applicata – Evidence-based learning per alimentare la ricerca in campo educativo. Learning Design – per migliorare la qualità e l’efficacia del design educativo. Formazione – per aumentare l’efficacia e la varietà delle esperienze formative. Accelerazione – per avvicinare educazione, innovazione e società.

Per visionare le loro proposte inerenti il Piano Scuola 4.0 visita la loro pagina dedicata →Fem e PNRR

Il gruppo di progettazione ha sviluppato e inserito :

Le progettazioni prendono forma -a.s 23/24-

I contatti con FEM sono già iniziati con la partecipazione, da parte di una delegazione di docenti del gruppo di progettazione, al Learning more Festival tenutosi a Modena dal 10 al 12 novembre 2023.

Le docenti hanno partecipato, durante la seconda giornata del festival, ai seguenti incontri e laboratori:

  • Cosa vuol dire essere creativi al tempo dell'intelligenza artificiale?

  • Cartografie organizzative: rendere visibili le organizzazioni.

  • Information design per l’apprendimento

  • Nuovo PEI e approccio bio-psico sociale: una sfida alla vera inclusione

  • Insegnanti con DSA: dilemmi, sfide e opportunità. Uno sguardo alla ricerca

  • Saper riconoscere e imparare a utilizzare le nostre emozioni

  • The Science of learning: 99 studies that every teacher needs to know

Ognuno di questi incontri ha dato interessanti spunti di riflessione e suggerimenti operativi, utili ad attuare una vera progettazione inclusiva, non solo attraverso pratiche didattiche innovative e sempre più personalizzabili, ma anche attraverso suggerimenti per la creazione di team di insegnanti che abbiano le competenze e gli strumenti per una proficua collaborazione. I primi incontri infatti, sono risultati molto interessanti per le indicazioni su strumenti digitali e applicazioni da poter usare nel corso delle lezioni o durante la loro preparazione, mentre gli altri hanno ribadito l'importanza di realizzare un ambiente inclusivo a 360°, dove ognuno, docente o alunno, possa trovare lo spazio per mettere a frutto i propri talenti attraverso le modalità a lui più adatte.

La partecipazione a questa giornata del festival ha confermato la validità di FEM come Centro Educativo innovativo e dinamico, sul quale poter contare in questa fase di progettazione come guida sia per gli aspetti di design, sia per quanto riguarda le proposte di formazione.

Tutto il nostro impegno andrà nel realizzare al meglio le idee e le innovazioni progettate, avendo come focus principale l’inclusione di ogni studente e senza mai dimenticare, come ci è stato detto in uno degli incontri del festival, che “più li aiutiamo ad imparare, più imparano”.

Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia.

Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all'insieme. 

Siccome il piacere dell'armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica.

Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini.

Daniel Pennac